In una società sempre più orientata alla conoscenza e alla comunicazione, il ruolo del medical writer emerge come una professione cruciale ma spesso sottovalutata. Per gettare luce su questo campo affascinante e ancora poco compreso in Italia, ci siamo rivolti a un vero e proprio esperto del settore: Andrea Rossi. Con una carriera che spazia per oltre tre decenni nel mondo dello sviluppo farmaceutico e una leadership passata alla European Medical Writers Association (EMWA), Andrea offre una prospettiva ricca di esperienza e consigli preziosi.
Background
La storia professionale di Andrea inizia alla fine degli anni 80’ come biologo ambientale, con progetti ambiziosi che lo avrebbero portato in Antartide a studiare l’acqua oceanica nella baia di Ross. Tuttavia, il destino ha preso una svolta inaspettata quando si presenta l’opportunità di lavorare in un’azienda specializzata nei prodotti per le analisi cliniche, la quale terminò la sua breve avventura accademica.
Successivamente, nel 1989, Andrea viene contattato dalla direzione medica di Lilly Italia che gli propone un contratto come Clinical Research Associate. Quest’opportunità lo catapulta nel mondo di ricerca clinica e, successivamente, nel ruolo di Medical Liaison e Medical Writer, come responsabile del reparto di Medical Writing and Scientific Communication nel 2002. È stato durante questo periodo che Andrea si è imbattuto in EMWA, in un incontro che ha aperto le porte a una rete di colleghi e mentori che avrebbero plasmato significativamente la sua carriera.
Ecco come Andrea ricorda l’esperienza del suo primo congresso EMWA a Manchester nel 2002: “Mi ritrovai in un ambiente in cui persone che non avevo mai visto né conosciuto prima venivano da me e mi dicevano: “Benvenuto! Cosa fai? Di cosa ti occupi? Cosa ti serve per diventare un bravo Medical Writer? Noi siamo qui per aiutarti.”
Se all’inizio questo atteggiamento sembrava il frutto amaro di una forma di follia, successivamente Andrea fu costretto a ricredersi, soprattutto nel momento in cui si rende conto che il gruppo di EMWA lo aiutava sul serio a risolvere i problemi professionali, senza stupidaggini o panegirici inconcludenti. E perdipiù la cosa gli piaceva, perché si adattata perfettamente alle sue esigenze e al suo carattere cordiale, come lui stesso spiega: “ho cominciato veramente ad apprezzare i miei colleghi, ho cominciato a capire che mi trovavo in un mondo che era quello che mi piaceva …. era la mia scarpa, come si dice dalle parti mie. Era proprio la cosa che in cui mi trovo bene, l’ambiente ed il lavoro, per cui da allora ho continuato a fare il Medical Writer dentro Lilly.”
Definire il Medical Writing
Andre dipinge il medical writing come un universo di comunicazione scientifica che implica la preparazione di una vasta gamma di documenti medici e scientifici. Dai rapporti regolatori alla comunicazione promozionale, dai protocolli di studio alle presentazioni congressuali, il medical writing abbraccia ogni aspetto documentale nel campo della medicina e della ricerca clinica.
Soprattutto, il medical writing comporta la perfetta comprensione di cosa significa comunicare nella scienza, in un’arte che richiede competenze multidisciplinari e la capacità di tradurre dati complessi in un linguaggio accessibile per i diversi tipi di pubblico. Ecco come Andrea spiega la questione in poche parole: “Nessuno sa tutto quello che succede in medicina. Quando mi sono laureato, il mio prof ha decretato che io ero biologo ambientale, cioè un professionista di un ambito in cui i progressi sono molto più lenti rispetto a quelli medici, banalmente perché ci sono meno soldi che girano. Mi disse: “Guarda che quello che hai imparato ora all’università, fra 10 anni ne userai forse il 20%.” Il problema è che non sai quale 20%. Per cui (in questa professione) non pensare di smettere di studiare. Mai.”
Pratica Quotidiana e Consigli Professionali
Per chi intraprende la strada del medical writing, l’esperienza di Andrea offre consigli e una panoramica preziosa sulla giornata quotidiana di questo lavoro. Dall’importanza di rimanere costantemente aggiornati sulle nuove scoperte e tendenze, alla capacità di gestire il proprio tempo e la comunicazione efficace con i clienti, ogni aspetto di questa professione richiede dedizione e competenza: “Poi, quando io ero in azienda lavoravo su tutte le aree terapeutiche in cui avevamo prodotti. Per cui andavo dall’oncologia alla disfunzione erettile in capo a 5 minuti, letteralmente. Lavoravo veramente in qualunque area terapeutica. E ovviamente questo porta a una conseguenza: cioè, se tu vuoi fare il Medical Writer, devi capire benissimo quello di cui parli.”
Andrea enfatizza l’importanza della curiosità e della capacità di porre domande e sottolinea questo aspetto come consiglio utile per chiunque voglia intraprendere questa carriera: “La prima cosa che consiglierei a qualunque medical writer è di essere curioso, essere sempre aggiornato e non accontentarsi mai di quello che si sa. L’altra cosa che gli consiglio è di essere bravo a fare domande. Abbiamo la fortuna di lavorare con medici, con statistici, con altri medical writer, per cui bisogna domandare a loro quello che noi non conosciamo. E questo non è un indice di debolezza, ma anzi, è una indice di grande professionalità.”
Il Medical Writer come Consulente
Una delle prospettive più affascinanti proposta da Andrea è la sua visione del medical writer come consulente. Oltre a svolgere il ruolo di comunicatore scientifico, il medical writer agisce come ponte tra i dati complessi e le loro applicazioni pratiche. Questa consapevolezza deriva anche dall’esperienza di Andrea come Medical Liaison, la quale gli ha permesso di osservare le implicazioni cliniche di quello che scrive: “Beh, è un lavoro molto bello (il Medical Liaison), ha molti lati positivi, perché soprattutto ti permette di capire che quello che noi scriviamo viene poi recepito come viene recepito. Ovverosia ti far capire la differenza fra lo stilare e il comunicare, che è una cosa fondamentale.”
In altre parole, indipendentemente dalla solidità dell’articolo, è possibile rendersi conto che il proprio scritto può essere declinato in molti modi diversi, con una ricaduta che può risultare completamente diversa da quello che ci si aspetta quando si inizia a scrivere.
Emerge, quindi, una grande responsabilità del medical writer: quella di essere in grado di interpretare e sintetizzare i risultati dello studio, in modo da guidare le decisioni cliniche e commerciali. Questa prospettiva riflette una crescente tendenza verso un approccio più generale e omnicomprensivo, dove il medical writer, oltre a un comunicatore, deve anche essere un consulente con competenze che vanno oltre la mera redazione di documenti.
Differenze del Medical Writing in Italia e all’Estero
Quindi, questo ruolo comporta grande responsabilità e importanza. Tuttavia, una delle sfide che il medical writer affronta in Italia è la mancanza del dovuto riconoscimento e delle dovute risorse. Mentre in paesi come Germania, Regno Unito e Svizzera il medical writing è integrato nei curricula accademici e supportato da una vasta comunità professionale, in Italia esso rimane un settore marginale.
Andrea sottolinea il problema in modo diretto, quasi brutale: “In Italia non c’è nessuno proprio che si occupa di medical writing, anzi. Chi fa il Medical Writer? L’ultimo specializzando che parla l’inglese oppure la segretaria madrelingua. Quindi, un approccio molto grossolano. Ma questo non è medical writing, questo è arrangiarsi!”
Ciò svilisce la professione, esattamente come accade in molti altri settori. Tuttavia, ci sono segnali di cambiamento, con iniziative che vanno dai primi tentativi di organizzare corsi universitari agli sforzi fatti per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ma per fare questo è necessario che i medical writer italiani siano consapevoli del loro ruolo e facciano rete per difenderlo: “È fondamentale per chi fa questo mestiere ed è per quello noi stiamo cercando di unirci tutti insieme. Se non ci facciamo conoscere, se non ci facciamo sentire, questa situazione non cambierà mai.”
Aspettative Professionali e Prospettive Future
Alla domanda sulle aspettative professionali nel campo del medical writing, Andre riflette sulla necessità di continuare a educare e promuovere la professione in Italia. Infatti, con un numero crescente di aziende farmaceutiche e istituti di ricerca che riconoscono il valore del medical writing, le opportunità di carriera stanno aumentando.
Tuttavia, ciò richiede un impegno costante nel perseguire standard elevati e promuovere una cultura di eccellenza nella comunicazione scientifica. Questo è fondamentale, soprattutto agli esordi della propria carriera, quando si ha tanta volontà ma anche tanti dubbi: “Allora, il mio consiglio è di trovare un lavoro in un’azienda. Meglio se un’azienda che ti garantisca una certa formazione. Se tu lavori in azienda, qualunque lavoro tu faccia, tu devi fare dei training obbligatoriamente.”
Tuttavia, non sempre si ha la fortuna di essere assunti e per questo molti si trovano nella situazione di dover partire come freelancer. Cosa fare in questo caso? La risposta di Andrea all’aspirante medical writer richiede un esame interiore: “La prima cosa che gli direi è cerca di capire quanto ne sa, se si sente abbastanza pronto da poter lavorare autonomamente e, soprattutto, se si sente abbastanza bravo a gestire il proprio tempo. Perché il problema grosso del freelancer è la gestione del tempo. Infatti, non c’è solo da scrivere, c’è anche il rapporto con i clienti, l’amministrazione, il legale, il commercialista e tante altre cose.”
Conclusioni
L’esperienza di Andrea offre uno sguardo approfondito sul mondo affascinante e in continua evoluzione del medical writing. Questa è soprattutto rivolta a tutti coloro, neolaureati o professionisti, che desiderano intraprende un percorso professionale ricco di sfide e opportunità, tenendo sempre un occhio al futuro: quello, cioè, di un settore che promette di consolidare ulteriormente il suo ruolo chiave nello sviluppo clinico, con la prospettiva di acquisire una posizione centrale nel panorama sanitario globale.